volando nel passato

Volando nel passato – La scoperta di Salirod

Ricordi aeromodellistici di aeromodellisti !! Il primo volo in pendio tutto valdostano.

Tutto ha avuto inizio negli anni tra il 1977/78 (potrebbe essere più preciso Italo Geraci).
Dopo aver cessato l’attività di volo a vela, ho ripreso quella di aeromodellismo e da socio pilota sono passato a socio aeromodellista. Devo ringraziare mio padre, Aeromodellista di vecchio stampo, che mi ha regalato il suo apparato radio e due o tre modelli da lui realizzati, che non utilizzava più per problemi di vista.
Venendo dal vvc, dovevo ricominciare tutto da capo e il mio istruttore è stato Italo Geraci che mi ha seguito sino a rendermi autonomo nel volo.
In quel periodo si cominciava a parlare del volo in pendio e mio padre che frequentava l’AVA di Varese aveva avuto modo di provare questo tipo di volo, per poi sospendere per il motivo già sopra accennato, è stato per lui gioco facile convincere Italo e me descrivendoci le sensazioni che si provano a cimentarci in questo tipo di volo.
L’aliante che avevamo era un ibrido, il primo pezzo di fusoliera era di un Alcione schiantatosi, (musetto sino alla cabina) la coda era un tubo elio sul quale era montato il piano di cosa, le ali erano del Condor versione corta (mt 2.5) senza alettoni. Il tutto pesava Kg 1,8.-
Come prima cosa abbiamo cercato un prato che dava sulla valle abbastanza grande e sgombero da piante, individuammo un bel pratone sopra Arpuille e assistiti da mio padre abbiamo effettuato i primi lanci, le condizioni ascensionali erano scarse e non ci permisero di fare dei voli decenti, due o tre giri e poi a terra, per non perdere il modello, ma sono stati comunque sufficienti per pomparti nel sangue una bella dose di Adrenalina. Da quella volta Italo ed io iniziammo a cercare dei posti, possibilmente vicini ad Aosta che ci permettessero di ampliare la nostra conoscenza in questo tipo di volo.
Individuammo sopra Sarre un prato, non tanto grande e con una bella pianta di fichi nel mezzo, che si affacciava come un terrazzo sulla città di Aosta, non era il massimo di agibilità, forse dovuto anche alla ns. scarsa preparazione, ma con tanto spirito d’avventura abbiamo effettuato diversi voli.
Me ne ricordo uno in particolare; era venuto in visita da Roma il fratello di Italo anche lui appassionato di modelli, in quei giorni tirava un forte vento da Nord Nord-Ovest e con tanta trepidazione ci siamo recati in loco.
Il vento era talmente forte che per assemblare le ali abbiamo dovuto farlo con il modello ben aderente al terreno ed in più rovesciato altrimenti ci veniva portato via.
Per lanciarlo dovetti tenerlo ben saldo per le ali e non ci fu bisogno di rincorse o spinte, come ho aperto le mani il modello è schizzato in alto e in un attimo era già altissimo. Il vento quando soffia da Nord Nord-Ovest ha una velocità tra i 60 e 80 Kmh quindi rendo l’idea.
Certo non eravamo preparati ad una situazione cosi violenta il modello era sempre molto alto, si faceva molta fatica a farlo scendere, le ali si torcevano per le violenti raffiche, Italo ed io ci alternavamo alla radio ogni cinque dieci minuti, la tensione era notevole ma appagante, l’adrenalina ci aveva caricati e continuammo il volo per almeno una mezz’oretta…
Quando decidemmo di riportare il modello a terra, ho passato la radio ad Italo, visto la sua maggior esperienza di volo e sollevandolo dalla responsabilità sul modello. Con molta fatica riuscì a farlo scendere di quota e portarlo all’altezza del prato, ma ogni volta che provava ad atterrare, le forti raffiche di vento lo facevano schizzare verso l’alto, in un passaggio il modello ha toccato il terreno, sembrava fatta, ma poi è schizzato nuovamente nel cielo.
Eravamo preoccupati perché non si trovava il modo di farlo atterrare, ero arrivato a dirgli di impattarlo comunque sul terreno qualunque fosse stato l’esito. Dopo altri passaggio dove il modello ci fischiava sopra le teste, avvenne il fatto provvidenziale… Come ho detto nel prato c’era la pianta di fichi, ebbene in un tentativo d’atterraggio si è avvicinato cosi tanto da urtare l’ala interna ad un ramo della pianta, MIRACOLO l’aliante si è messo a girare come le pale di un elicottero e si è posato sul terreno, quando siamo andati a raccoglierlo non aveva un graffio, abbiamo riso come matti contenti di aver salvato un modello che ormai vedevamo distrutto… e in che modo..!
Dopo quella volta abbiamo abbandonato il posto, troppo rischioso…
Grazie all’aiuto di un altro socio anche lui amante degli alianti il Caro amico Claudio Martello di St. Vincent (scomparso purtroppo prematuramente) ci indicava una zona appena sopra il paese direzione Col de Joux in prossimità delle antenne. Infatti con Italo ci recammo sul posto e dopo aver individuato il prato abbiamo lanciato i ns. modelli, i voli sono stati bellissimi, il vento di fondo valle era teso e discretamente forte permettendoci dei voli in tutta sicurezza facendoci assaporare il piacere di volare immersi nel silenzio, unico rumore il sibilo dell’aria provocato dal modello quando passavamo sopra di noi…
Trovato il posto abbiamo reso partecipi della nostra esperienza altri soci, mi ricordo che allora vennero a vederci e poi a provare gli amici Cento, Campaci, Frassi, il caro amico Libertino e altri che ora non ricorso, per alcuni l’esperienza è stata fantastica, per altri troppo impegnativa, ma alla fine tra alti e bassi, il seme è germogliato è ora sono felice di leggere che alcuni di voi quando vanno in montagna si mettono sulle spalle con lo zaino anche il fedele aliante… non c’è niente di più bello di poter volare sulle cime delle montagne immersi nell’azzurro cielo avvolti nella silente voce dei monti.
Così ha avuto inizio il volo in pendio in Valle.
Fulvio Vigezzi